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Apprendimento collettivo

Un approccio partecipativo all’ ‘apprendimento istituzionale’ (institutional learning) implica una discussione aperta sulle assunzioni insite nel che cosa deve essere appreso e perché. Come abbiamo visto, la tecnoscienza ad alta potenza è sperimentata direttamente sui sistemi socio-ambientali del pianeta ed imparare dall’esperienza è una procedura piuttosto differente rispetto ad apprendere da un esperimento. In particolare, come mette in evidenza Jasanoff, l’esperienza è polisemica ed è dunque interpretabile intrinsecamente in molti modi diversi, attraverso una molteplicità di immaginari e narrazioni. In questa visione, scienziati, politici e la società civile sono chiamati ad impegnarsi in un processo di riflessione sugli eventi passati e sulle possibilità future attraverso lo sviluppo di un pensiero sistemico – ovvero relazionale – ed il recupero del potenziale creativo individuale e collettivo. Gli immaginari e le narrazioni dominanti, che informano l’apprendimento da un lato ed i processi della conoscenza e dell’immaginazione dall’altro, devono essere esplicitati e integrati con una pluralità di approcci, metodologie, linguaggi e schemi interpretativi elaborati e condivisi democraticamente (Benessia, Guarnieri, Angelotti 2008).

Un approccio partecipativo all’’apprendimento collettivo’ (institutional learning) implica una discussione aperta sulle assunzioni insite nel che cosa deve essere appreso e perché. Come abbiamo visto, la tecnoscienza ad alta potenza è sperimentata direttamente sui sistemi socio-ambientali del pianeta ed imparare dall’esperienza è una procedura piuttosto differente rispetto ad apprendere da un esperimento. In particolare, come mette in evidenza Jasanoff, l’esperienza è polisemica ed è dunque interpretabile intrinsecamente in molti modi diversi, attraverso una molteplicità di immaginari e narrazioni. In questa visione, scienziati, politici e la società civile sono chiamati ad impegnarsi in un processo di riflessione sugli eventi passati e sulle possibilità future attraverso lo sviluppo di un pensiero sistemico – ovvero relazionale – ed il recupero del potenziale creativo individuale e collettivo. Gli immaginari e le narrazioni dominanti, che informano l’apprendimento da un lato ed i processi della conoscenza e dell’immaginazione dall’altro, devono essere esplicitati e integrati con una pluralità di approcci, metodologie, linguaggi e schemi interpretativi elaborati e condivisi democraticamente (Benessia, Guarnieri, Angelotti 2008).

Un esempio di apprendimento collettivo, multidisciplinare e partecipato, sulla questione del cambiamento climatico è quello del progetto Capefarewell, fondato nel 2003 dall’artista britannico David Buckland. Si tratta di una serie di spedizioni di ricerca nel Mare Glaciale Artico, su una nave rompighiaccio lungo rotte non percorribili sino a qualche anno fa perché ricoperte dai ghiacci. Il materiale di natura interdisciplinare, frutto della cooperazione di scienziati, artisti ed educatori, è poi disseminato in forma di dossier formativi, mostre itineranti e report scientifici1.

1 Per maggiori informazioni al riguardo si veda il pluri-premiato sito: www.capefarewell.com.

A cura di Alice Benessia, Maria Bucci, Simone Contu, Vincenzo Guarnieri.





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