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Il lungo esodo verso condizioni di disordine

E’ interessante provare a fare un salto dentro la fisica termodinamica, un ulteriore strumento per comprendere la situazione energetica attuale. Il 2° principio della termodinamica ci permette di capire che l’intero universo (e noi con lui) è in continuo esodo verso stati in cui l’entropia, ossia il grado di disordine, aumenta. Ciò significa che il metabolismo di un qualsiasi organismo vivente si mantiene grazie allo sfruttamento di energia non degradata (caratterizzata da bassa entropia) e alla trasformazione di essa in energia degradata (caratterizzata da alta entropia). L’ecosistema terrestre, grazie all’apporto fondamentale dell’energia solare, riesce a mantenere in equilibrio i differenti stati entropici attraverso la riorganizzazione continua ed inesorabile di sistemi complessi (caratterizzati da bassa entropia): l’esempio è proprio l’essere umano che, grazie all’apporto di energia in forme semplici (le molecole alimentari di base) riesce ad organizzare un sistema massimamente complesso come il corpo umano.

Tutto ciò per comprendere che al mondo attuale non manca l’energia, presente in grande quantità ed ovunque attorno a noi1. Il problema attuale è l’incapacità (tecnica/tecnologica, politica e sociale) di sfruttare le forme energetiche che la natura ci mette a disposizione in maniera totalmente rinnovabile, ossia riutilizzabili in tempi storici e non biologici/geologici. L’utilizzo di combustibili fossili attuale “stressa” il concetto di entropia: l’uomo moderno degrada una sostanza fortemente ordinata ed ordinatasi nel corso dei millenni, come il petrolio, in un tempo talmente veloce da non consentire all’ecosistema di ricrearla. Inoltre, non si tratta solo di sfruttare al meglio le forme energetiche potenzialmente a nostra disposizione, ma anche e soprattutto di orientarsi verso comportamenti in grado di ridurre i flussi di materia ed energia, causa degli attuali problemi di sostenibilità.

A cura di Alice Benessia, Maria Bucci, Simone Contu, Vincenzo Guarnieri.

1 Se potessimo sfruttare tutta l’energia termica presente nel mar mediterraneo ai ritmi attuali di consumo energetico l’Italia coprirebbe il suo fabbisogno per circa 3000000 di anni (Badino, in Mercalli, 2004).





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