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Le ricadute sociali

In questo scenario complessivo, oggi il 20% delle persone sulla Terra non ha accesso all’acqua potabile, il 40% soffre di carenza idrica.

Secondo alcune stime, nel 2050 nel peggiore dei casi 7 miliardi di persone soffriranno di mancanza d’acqua, nel migliore saranno 2 miliardi1.

I movimenti locali di resistenza alla privatizzazione, alla canalizzazione e allo sfruttamento diretto e indiretto dell’acqua si sono moltiplicati nel mondo negli ultimi anni, si avvalgono oggi di molte risorse e modalità di aggregazione a livello globale2, e si organizzano in forme sempre più strutturate attorno al principio fondamentale dell’acqua come bene comune planetario, ovvero come diritto fondamentale globale3.

A cura di Alice Benessia, Maria Bucci, Simone Contu, Vincenzo Guarnieri.

1 Sachs W. & Santarius T., 2007.

2 Si vedano a tal proposito i seguenti siti. http://www.waterjustice.org/, http://www.contrattoacqua.it , http://www.acquabenecomune.org , in particolare la dichiarazione del Forum Alternativo Mondiale dell’Acqua (www.acquabenecomune.org/IMG/pdf/Dichiarazione_finale_Forum_ Alternativo_Istanbul.pdf), nato in contrapposizione al Forum Mondiale dell’Acqua (World Water Forum, http://www.worldwaterforum5.org ) gestito dalle grandi istituzioni transnazionali.

3 Si veda a tal proposito il volume e la relativa iniziativa di Riccardo Petrella: R. Petrella, Il manifesto dell’acqua, Torino: Edizioni Gruppo Abele 2001.





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