La crisi climatica che stiamo attraversando si inserisce in uno scenario di disequilibrio più ampio, che comprende la crisi energetica e quella alimentare1. La triade costituita dall’eccesso di gas serra in atmosfera, dal declino del petrolio a basso costo e dalla sempre maggiore difficoltà di accesso ai beni alimentari primari caratterizza la nostra era e ci impone una transizione verso nuove modalità di esistenza e di convivenza.
L’utilizzo industriale intensivo dei combustibili fossili, oggi sempre più dispendioso sia in termini economici sia in termini ecologici, ha determinato una perturbazione nel ciclo del carbonio: in poco più di duecento anni è stata immessa in atmosfera una porzione significativa2 delle riserve di carbonio accumulate in ere geologiche, ovvero sulla scala dei milioni di anni, sotto forma di petrolio, carbone e gas naturale. La conseguenza principale consiste in un aumento della temperatura media del nostro pianeta ovvero, in termini fisici, in un incremento dell’energia cinetica media presente nel nostro sistema climatico. A ciò corrispondono non soltanto le conseguenze climatiche prettamente termiche quali la fusione delle riserve di ghiaccio sul pianeta ma anche, nel contempo, l’intensificazione dei cosiddetti eventi climatici estremi: uragani, inondazioni, siccità prolungate.
A cura di Alice Benessia, Maria Bucci, Simone Contu, Vincenzo Guarnieri.