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Laboratorio Energia

Uno spazio dove condividere opinioni, idee, dubbi sul caso studio affrontato durante i laboratori.


 
  • anna, miriam,alice ha scritto:
    06 febbraio 2010 alle 18:52

    Riguardo l’energia nucleare riteniamo ci siano dei fattori problematici nella realizzazione del progetto delle centrali nucleari:
    – i costi elevati di realizzazione;
    – i tempi lunghi di realizzazione;
    – il non coinvolgimento della cittadinanza nell’identificazione delle zone per la collocazione degli impianti;
    – lo smaltimento delle scorie radioattive;
    Per quanto riguarda invece le oppurtunità che si possono trarre da questo tipo di energia, a nostro parere sono:
    – la soddisfazione del 10% del fabbisogno energetico italiano;
    – la collaborazione con altri paesi;
    – il collegamneto con università e centri di ricerca;
    – la creazione di posti di lavoro;

  • Pippi Langstrumpf ha scritto:
    06 febbraio 2010 alle 18:58

    Energia nucleare versus energie rinnovabili

    Leggendo l’articolo “Nuovi impianti ed energia prodotta. L’eolico ha sorpassato il nucleare” abbiamo riscontrato che alcune problematiche dell’energia nucleare sono legate alla difficoltà di smaltimento delle scorie per quanto riguarda i tempi, le modalità e i luoghi di scarico senza contare le ripercussioni ambientali. Queste problematiche sommate alle difficoltà riscontrabili nella creazione di reattori di quarta generazione spingono sempre più nella direzione delle fonti rinnovabili le quali sono più efficienti, contribuiscono a diminuire le emissioni serra e inoltre creano nuovi posti di lavoro.
    Una problematica legata alle fonti rinnovabili risulta invece essere la possibilità che si creino degli oligopoli di controllo delle stesse che comportino inutili costi di trasporto ed impediscano alle comunità locali di autogestirsi.

  • Sam Therra ha scritto:
    06 febbraio 2010 alle 19:11

    I cinque miti della transizione dei biocarburanti

    OPPORTUNITA´
    -eventuale incremento della ricerca scientifica
    -quasi illimitatezza del biocarburante, naturalmente fonte rinnovabile
    -ottimizzare i trasporti

    PROBLEMI
    -ecocompatibilità relativa, in quanto coltivazione che rischia di inquinare piú di quanto non faccia risparmiare
    -colture estensive danneggiano gravemente la terra
    -mancanza e scorrettezza delle informazioni, spesso mistificate

  • Gruppo Giovani Piossasco ha scritto:
    09 febbraio 2010 alle 01:40

    NUCLEARE: POSSIBILITà O NECESSITà?

    I sostenitori del ritorno all’atomo sostengono le loro tesi con la giustificazione che tale scelta comporterebbe una bassa emissione di anidride carbonica (almeno durante la fase di trasformazione in elettricità) con conseguente auspicato raggiungimento dei limiti imposti dal protocollo di Kyoto. Inoltre la costruzione e la gestione di impianti a fissione nucleare avrebbe, a loro dire, un effetto positivo sull’occupazione.
    D’altro canto i tempi di costruzione nell’ordine di decenni (almeno 20 anni) e il ciclo di vita delle centrali limitato (intorno ai 50 anni), fanno dubitare della convenienza di una tale scelta.
    Inoltre le centrali nucleari funzionano con un combustibile, l’Uranio, che è una fonte limitata, e pertanto l’approvvigionamento non è chiaramente assicurato in futuro.

    L’altra strada percorribile è, oggi, quella delle energie rinnovabili.
    Questa non è una possibilità futuribile, ma una reale alternativa per l’oggi.
    Secondo uno studio commissionato da GreenPeace Italia, se il nostro Paese scegliesse questa seconda possibilità, entro il 2030 oltre il 60% del fabbisogno energetico nazionale potrebbe essere soddisfatto da fonti rinnovabili. A sostegno di questo studio, un dato: dal 2009, negli USA l’energia prodotta da fonti rinnovabili (eolico e fotovoltaico in primis) copre oltre l’11% del fabbisogno nazionale, contro il 10% del nucleare.
    Inoltre, a livello mondiale, la scelta rinnovabile potrebbe creare oltre 11 milioni di posti di lavoro.

    Se le possibilità sul tavolo sono queste, è necessario fare un bilancio, per decidere quale sia la scelta più conveniente. Non solo da un punto di vista economico, ma sicuramente anche sotto l’aspetto della qualità della vita, dell’impatto ambientale, della ricaduta sul mondo del lavoro e sull’eredità che volgiamo lasciare alle generazioni future.

    Se ipoteticamente c’è la possibilità di una scelta fra due alternative, ad oggi la soluzione presunta viene imposta dall’alto. Con la scusa dell’interesse strategico, il CIPE può ignorare le leggi ordinarie, non considerando la valutazione di impatto ambientale ed imponendo con l’esercito la costruzione dove deciso.

    Più di questo servirebbe una politica consapevole delle scelte in campo, che senza presunzione di certezza valutasse attentamente gli scenari possibili, decidendo, con coscienza, del nostro futuro.

  • Gaia ha scritto:
    09 febbraio 2010 alle 18:50

    httpv://www.youtube.com/watch?v=S0QTxz5rTxU&feature=player_embedded



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